Graphic Disegn

Non un errore di battitura ma un approccio al disegno "grafico" sbarazzandosi di una dimensione, la terza, e conservando le altre due, come avviene nella grafica che semplifica le forme, le decostruisce per poi ricostruire con pochi "pezzi" essenziali semplificati e riposizionati in base alle funzioni che svolgono nella figura da rappresentare.

All'inizio si prenderà confidenza con l'uso del pennello piatto tracciando segni che poi serviranno successivamente per disegnare i pezzi che comporranno il disegno finale.

Ci sarà da lavorare su pattern da eseguire con lo scopo di raggiungere la precisione, il ritmo e l'accuratezza del tratto necessari per poter comporre una figura. Disegneremo tratti che molto hanno in comune con le linee calligrafiche e con il loro ritmo ovvero la loro ripetizione. Si imparerà per esempio a ruotare il pennello in modo da tracciare linee a spessore variabile o a tenerlo fisso a una certa angolazione per disegnare particolari forme con una semplicità maggiore rispetto a quanto dovremmo fare se ne disegnassimo i contorni.

Ti faccio a pezzi!

Come nella musica, l'apprendimento di una nuova disciplina ha bisogno di essere compresa in tutti i suoi dettagli presi singolarmente perché l'attenzione non può, almeno inizialmente, essere indirizzata sulla globalità degli aspetti tecnici. Il liutaio Jimmy D'Aquisto cominciò sbrigando semplici commissioni come pulire i vetri e spazzare per terra presso il negozio di John D'Angelico. Un pezzo alla volta...

Ti faccio a pezzi è un invito a considerare un pezzo alla volta e concentrarsi sulle qualità che quel pezzo deve avere per poter funzionare nel quadro globale.

Ma prendiamo allora l'esempio di chi non sa nuotare e si getta in mare per la prima volta da una nave. Le scarse probabilità che ha di rimanere vivo sono da imputarsi al fatto che purtroppo non c'è altro modo di entrare in acqua che con tutti i "pezzi" in una volta sola, i quali vanno coordinati tutti insieme e il più presto possibile.
Se si guarda invece ad altre attività come il disegno e in generale le discipline artistiche, diciamo almeno che non c'è tutta questa urgenza di farlo, e possiamo quindi concederci il lusso di osservare.

Vedere oltre

Si... ma qui si tratta di vedere qualcosa a cui non siamo abituati. Siamo fin troppo spinti, trascinati direi da ogni parte a credere di poter raggiungere in breve tempo competenze, abilità fino a qualche decennio fa ritenute riservate a pochi eletti, nel campo dell'arte, della scienza, dello sport.

Ma in tutti i casi e vale anche per "gli eletti", una volta iniziata una pratica, vedere oltre significa saper gettare lo sguardo oltre il momento in cui improvvisamente si percepisce qualcosa che ci impedisce di procedere. Crediamo, ce lo suggeriscono in troppi, che le attività artistiche in modo speciale vengano alimentate unicamente dalla passione. E la passione, quando c'è, viene percepita come una fonte inesauribile di motivazione, una reazione nucleare a catena di cui non riusciamo a immaginarne la fine.

Ma la catena si spezza per tutti prima o poi, in un processo che fa parte della nostra natura. Non serve a niente interrogarsi sulla passione che fu, appena una settimana prima... Vedere oltre quindi  è chiaro che significa essere capaci di lasciarsi alle spalle il periodo appassionato mettendo in pratica il metodo scientifico, la perseveranza o semplicemente la resistenza. La passione tornerà e avrà... un altra faccia.

Possiamo pensare alla pratica di un'attività come un costante atto di equilibrio tra espressione artistica e rigore scientifico. Per aiutarci a capire questo, ci sono due concetti utili da esaminare: uno arriva dalle neuroscienze (mielina) e uno dalla psicologia (flusso). Entrambi questi concetti si uniscono per formare un processo attuabile noto come pratica deliberata.

Mielina

Se qualcuno ti lancia una palla, è probabile che la tua mano provi istintivamente a prenderla. Se l'hai fatto molte volte prima, potrebbe non sembrati di dover pensare per prenderla: lo fai e basta perché è una risposta appresa. Il tuo cervello ha già collegato una situazione riconoscibile (una palla che sfreccia verso di te) a una risposta corrispondente (prenderla).

Per dare un senso a questo, è utile immaginare il tuo cervello composto da neuroni comportamentali e percettivi. Nuovi modelli vengono sviluppati tra i neuroni quando situazioni e risposte riconoscibili sono collegate. Quando il tuo cervello incontra nuove situazioni, deve creare un nuovo modello comportamentale di percezione e risposta. Più incontri e usi questi nuovi schemi neurali, più diventano forti. Questo è un processo chiamato mielinizzazione; dove le tue cellule nervose si isolano producendo una proteina grassa chiamata mielina.

La mielina consente agli impulsi elettrici all'interno delle cellule nervose (in altre parole, i pensieri) di trasmettersi progressivamente più velocemente e in modo più efficiente.

Tuttavia, la mielina è un'arma a doppio taglio, perché lo stesso processo viene applicato sia agli input di buona che a quelli di cattiva qualità. Quindi, anche quando non stiamo facendo qualcosa di giusto, la mielinizzazione può rafforzare i percorsi neurali che portano alla formazione di cattive abitudini. Per aiutare a mitigare questo, rallentare le cose per superare gli errori è molto importante per far crescere la mielina nei punti giusti.

Flusso

Cosa c'entra la ricerca sulla felicità di uno psicologo ungherese con la pratica della musica? Nel suo libro Flow: The Psychology of Optimal Experience (1990), Mihaly Csíkszentmihályi delinea una teoria secondo cui le persone sono più felici quando sono in uno stato di flusso - uno stato di concentrazione o completo assorbimento con l'attività.
Probabilmente hai già sperimentato tu stesso uno stato di flusso, attraverso attività come correre, scrivere o leggere. Anche se non te ne sei reso conto in quel momento, potresti aver raggiunto il flusso quando hai sentito quest’attività procedere senza alcuno sforzo sensibile. Ma se un compito è troppo impegnativo, il risultato conduce alla frustrazione, mentre se non è abbastanza impegnativo, la noia prenderà il sopravvento.
Durante i momenti in cui siamo in grado di lavorare nel flusso, l’attività cerebrale diminuisce a causa del nostro alto grado di concentrazione. C'è la sensazione che il compito fluisca dal nostro corpo e dalla nostra mente senza sforzo, da qui il termine flusso. La cosa interessante di questo modello è che il flusso è diverso per tutti. Ognuno di noi ha il proprio equilibrio unico che cambia in base all'attività e ai miglioramenti ottenuti che ci portano ad aumentare le sfide per ottenere un nuovo stato di flusso.

Pratica deliberata

Attingendo in gran parte dalle scoperte dello psicologo delle prestazioni umane Anders Ericsson, questo metodo comporta il rallentamento delle cose, lo zoom in avanti con la messa a fuoco e la costruzione intenzionale di un risultato desiderato passo dopo passo. È interessante notare che, sebbene queste idee siano spesso utilizzate nello sport e nell'allenamento atletico, funzionano ugualmente bene per costruire la memoria muscolare e sviluppare abilità nel campo delle arti senza distinzione.

Tracciare linee seguendo linee

La pratica deliberata ha i suoi passaggi ben definiti:

Chunking (frammentazione)
La maggior parte delle persone pensa agli obiettivi solo in termini di visione d'insieme. Sebbene tu abbia certamente bisogno di questa grande visione per rimanere ispirato, può essere più vantaggioso e motivante avere più obiettivi a breve termine.

Messa a fuoco
Messa a fuoco significa giocare con il tempo, prima rallentando l'azione e poi accelerandola. Il rallentamento ti aiuta a concentrarti  sugli errori che commetti permettendoti di raggiungere un maggior grado di precisione. Lavorare in questo modo aiuta a mitigare il rischio di creare percorsi neurali inutili nel processo di mielinizzazione, rafforzando al contempo le connessioni utili necessarie per costruire la memoria muscolare a lungo termine.

Valutazione
In questa fase, lo studente sceglie una parte del disegno che desidera padroneggiare. Dopo un tentativo iniziale, valutano il divario tra il loro obiettivo e la loro abilità prima di riprovare. Rilevare gli errori è essenziale per fare progressi. Questo elemento della pratica profonda incentrato sull'errore lo rende una lotta, un processo di "allungamento del cervello" che, sebbene possa essere leggermente frustrante, alla fine porta alla crescita.

Ripetizione
La ripetizione è la parte cruciale della pratica che viene spesso trascurata o dimenticata. È fondamentale esercitarsi tutti i giorni. Anche una breve incursione di pratica quotidiana focalizzata su un aspetto particolare porterà a risultati migliori rispetto a sessioni lunghe e saltuarie che non hanno un focus né una struttura.

Prima la pratica

Oltre a educare la mano a certi movimenti, le linee, le forme semplici e quelle meno semplici portano con sé il valore del non essere rappresentative di nulla, del non significare altro che quella forma nell'istante in cui si sta tracciando e che ha certe caratteristiche: ondulata, spigolosa, sinuosa, sottile, spessa e via dicendo. L'immagine sopra rappresenta solo un esempio degli esercizi che ognuno di noi può inventare partendo dal fatto che abbiamo uno strumento a disposizione che risponde ai movimenti in un certo modo. La pratica serve a entrare nella materia, l'unico sistema per poter avere a disposizione sia una certa dose di tecnica, sia il materiale con cui il lavoro può proseguire.



Dopo la pratica

Nell'immagine qua sopra non c'era nessuna intenzione di disegnare qualcosa legato alla realtà e nonostante ciò casualmente compare un reggiseno o un costume visto nella sua forma "indossata" ma potrebbe essere anche una lettera C stesa in orizzontale e si vede anche la sagoma di un volto con capelli che non era in programma dal momento che l'esercizio era inteso a tracciare curve strette in un unico movimento. Questo "vedere" altro è l'immaginazione in atto ed è ciò da cui dipende la creatività. Vedere e immaginare coincidono, anche nel tempo, sono simultanei ma c'è un altro aspetto in mancanza del quale la creatività non può manifestarsi ed è il lavoro, la pratica, il produrre materiale inteso come mattone costitutivo di una struttura. Insomma c'è bisogno di imparare a produrre pezzi, di metterli insieme, eventualmente ci sarà bisogno di eliminarli, di rimuovere il superfluo, di distruggere e di ricostruire.